
a cura di Lions Club Arezzo Chimera


Gli 8 colli di Arezzo
Protagonisti della città anche i suoi colli, quelli su cui la città antica e quella contemporanea si sviluppano, da San Pietro, San Donato e Poggio del Sole per arrivare al Pionta e al Maccagnolo, fino alle “conquiste” recenti e tuttora in corso di Santa Maria delle Grazie e Santa Flora.
Sette nomi che assieme a San Cornelio, costituiscono gli otto colli della millenaria città di Arezzo
Arezzo è una città che ha la capacità di sorprendere sempre.
Il visitatore la raggiunge con l’idea di passarci una mezza giornata per gli affreschi di Piero della Francesca e il Crocifisso di Cimabue, fare un breve giro in Piazza Grande, visitare il Duomo e la Pieve e quindi proseguire verso altre mete toscane, magari dopo aver assaggiato qualche piatto tipico. Ripartire non è però così facile, perché quel visitatore si rende conto presto di essere davanti a uno scrigno tutto da scoprire, di angoli pittoreschi e testimonianze di un importante passato, luoghi dove la storia e le storie, i personaggi e le curiosità aspettano solo di essere conosciuti. Questo capitava già ai viaggiatori del Grand Tour nell’Ottocento, che hanno raccontato più di una volta il loro stupore, di fronte ad una città che esisteva già quando fu fondata Alessandria d’Egitto! E capitava ancora più indietro nel tempo: Giovanni Rondinelli (Accademico della Crusca, Commissario a Volterra nel 1580, ad Arezzo nel 1583-84, a Cortona nel 1591) al Granduca Francesco I così descriveva la nostra città nel 1583:
“Arezzo è posto sopra un dolcissimo Colle, e in guisa tale, che è pare, che la natura stessa lo abbia fatto, perché debba esso solo signoreggiare le convicine Contrade sue: e arrivasi in cima di esso, con tanta agevolezza salendo, che a niuno pare di aver giammai alzato il piede. E’ pienissimo di Pozzi, e di ottime acque;….
Mancale solo il Mare….
Ha vicini alcuni dilettevoli Colli in guisa ritondi, che a tornio non si sarebbon più;….
Il Paese è ameno, salubre, dilettevole, e fertilissimo tutto, oltre ad ogn’altro; e tutti gli elementi gareggiano in tal clima di perfezione tra loro; e questa forse è la cagione, onde cotanto è flato desiderato, non meno cercando i Cittadini suoi per la molta copia di esso possederlo, che i vicini tiranneggiarlo….”
Altri Colli intorno ad Arezzo
Nel XIX° sec. Arezzo era ancora quasi del tutto contenuta dalle mura medicee e i colli su cui incideva erano tre: San Pietro, San Donato e Poggio del Sole. Nel secolo scorso la città ha poi lentamente fagocitato uno dietro l’altro il Pionta, il Maccagnolo, Santa Maria delle Grazie e Santa Flora, peraltro appena agli inizi. Si aggiunge un’ottava presenza: San Cornelio con il suo sito archeologico di Castelsecco. Eccoli gli otto colli di Arezzo!
Ma altri colli nelle immediate periferie stanno per essere inglobati nella città; primo fra tutti San Fabiano, ma poi Ceciliano, Puglia, Santa Firmina, Sargiano e così via, tanto per citarne alcuni.
Questo perché il territorio aretino è tipicamente collinare, caratterizzato da colline ondulate, terreni argillosi e calcarei, e un clima mediterraneo. Ciascuna altura custodisce tracce di epoche diverse: dalle origini etrusche e romane, attraverso il medioevo e il Rinascimento, fino alla Arezzo moderna. In queste pagine compiremo un viaggio attraverso i sette colli aretini – San Pietro, San Donato, Poggio del Sole, Colle del Pionta, Maccagnolo, Santa Maria delle Grazie, Santa Flora – e il misterioso Castello di San Cornelio, ripercorrendo la loro storia dall’antichità ai giorni nostri.
FONTI :
Le informazioni storiche presenti in questo articolo sono state ricavate da studi archeologici e testi specialistici sulla città di Arezzo e i suoi colli, tra cui i contributi di Piera Bocci Pacini sull’Arezzo etrusca, le ricerche locali di Giorgio Ciofini, Ada Salvi Hermann Salvadori, Marco Botti e Giorgio Feri sui colli aretini, nonché documenti antichi come le Geografie di Strabone e cronache medievali. Per approfondire, si rimanda alle pubblicazioni citate e alle risorse museali e bibliografiche della città.