
a cura di Lions Club Arezzo Chimera

Il nuovo Palazzo di Giustizia
a cura di Roberto Cecchi
Il Nuovo Palazzo di Giustizia di Arezzo è ubicato vicino al Centro storico della città; realizzato in parte dell’ex area ospedaliera di Via Fonte Veneziana, con il restauro e l’ampliamento dell’immobile del ‘900 già sede del Sanatorio “Antonio Garbasso”, rappresenta il raggiungimento di un obiettivo che le varie amministrazioni comunali degli ultimi 30 anni si erano dato per venire incontro alla esigenza di sempre nuovi spazi. All’originaria sede storica del palazzetto della Fraternità dei Laici in Piazza Grande (dai tempi del Granduca Pietro Leopoldo nel 1783) si erano con il tempo aggiunte altre sei sedi sparse nella città.

Il progetto esecutivo ha previsto, oltre al restauro conservativo dell’ex ospedale “Garbasso”, immobile vincolato dalla Soprintendenza, anche un suo ampliamento con la realizzazione di un corpo di fabbrica distanziato dal precedente e a esso collegato da una passerella in acciaio e vetro. Il nuovo Palazzo di Giustizia è inserito nell’ampio parco che caratterizzava l’area sanatoriale.
L'impianto planimetrico del nuovo edificio è basato su un'ellisse, sezione di cono con vertice inclinato rispetto all'asse verticale dell'edificio stesso. Ed è una metafora del suo contesto: esso è infatti racchiuso, a nord, da un guscio murario in granito nero fiammato, memoria dell’antica cinta muraria trecentesca a conca di Arezzo e si affaccia a sud, verso il parco storico, con pareti frangisole trasparenti e flessuose in acciaio inox, la cui geometria allude a quelle delle foglie della Magnolia (specie arborea presente nel parco); foglia che ricalca simile andamento curvilineo. Così, una nuvola d’argento protegge gli interni con un’ombra luminosa, e si accosta agli stilemi neoclassici. Il progetto è stato studiato anche da un punto di vista bioclimatico: a sud i frangisole in acciaio ombreggiano e disperdono le radiazioni solari, a nord la parete in granito nero cattura e conserva l’energia irradiata, al centro una hall su cui si affacciano tutti gli spazi interni, che, sfruttando le aperture alla sommità, funge da motore di raffrescamento naturale dell’intero edificio. La facciata frangisole a sud descrive geometricamente una superficie convessa, con estensioni tuttavia “rigate” e rettilinee, le quali raggiungono il massimo della resistenza meccanica con il minimo di materia. La struttura portante della facciata frangisole è formata da colonne cilindriche in acciaio inox, ciascuna con una diversa inclinazione, ma tutte giacenti in piani verticali paralleli tra loro
Progettato dall'architetto Manfredi Nicoletti, nel 2002 il palazzo riceve il Premio Internazionale IAA per il miglior edificio del 2002.