
a cura di Lions Club Arezzo Chimera


4-Colle del Pionta
Colle del Pionta (m274 slm)
Oggi parco pubblico e sede di un campus universitario, il Pionta è in realtà uno dei luoghi più venerabili della storia aretina, carico di memorie antiche e sacre. Le sue origini sono antichissime, tanto che vi sono testimonianze di culti preistorici legati a fonti d’acqua salutari, poi confluiti nei culti suburbani etruschi. In epoca etrusca e romana, il Pionta – allora fuori dall’abitato – venne utilizzato come area sepolcrale suburbana: anche qui sono state rinvenute tombe etrusche, oltre l’avvallamento dove oggi corre la ferrovia. Dunque già nell’antichità classica il colle aveva un’aura sacrale, punteggiato forse da fonti sacre e da sepolcri.
Ma il vero periodo di splendore per il Pionta giunse in età tardo-antica e alto-medievale. Fu qui che, secondo la tradizione, subì il martirio nel 304 d.C. San Donato, il santo vescovo patrono di Arezzo. Sulla tomba di San Donato e dei primi martiri cristiani si sviluppò subito una forte venerazione. Dopo l’editto di Costantino (313 d.C.), l’area divenne sede di un complesso paleocristiano: sorsero una prima chiesa dedicata a Santo Stefano, un battistero e probabilmente un oratorio sulla tomba del santo.
Il nome “Pionta” ha origini longobarde e deriva dal termine germanico “biunda” che significa “recinto”. Alcuni storici pensano al “recinto” non come una cinta fortificata di un centro abitato ma bensì come un luogo recintato per terreni coltivati e allevamenti. Probabilmente fu in epoca carolingia, con il consolidamento del potere comitale dei vescovi aretini, che il Pionta si dotò di mura fortificate, anche se non si esclude del tutto la presenza di un recinto murario in epoca precedente per racchiudere la tomba di San Donato, la cattedrale paleocristiana, la sede vescovile e la scuola dei chierici.
Entro il VII-VIII secolo il Pionta accolse la cattedrale di Santa Maria e Santo Stefano, ricostruita in forme maggiori durante il dominio longobardo e poi carolingio. In questi secoli l’altura divenne la cittadella ecclesiastica di Arezzo: i vescovi vi risiedevano esercitando anche potere civile (i “vescovi-conti” dell’alto medioevo). Vi sorgevano la cattedrale, il palazzo vescovile, la schola per la formazione del clero e altre strutture, forse protette da un recinto fortificato già in epoca carolingia. In questa cittadella, rapidamente si sviluppò un importante centro culturale che ha portato il Jean Delumeau, dell'università' di Rennes, a paragonare il Pionta a Tours e a parlarne come uno dei principali luoghi spirituali dell'intero occidente; ove si sviluppano gli studi musicali, quelli archivistici, quelli giuridici, quelli dell'arte della miniatura, portando alla nascita della terza Università al mondo dopo Parigi e Bologna, tra il 1203 e il 1215; anno in cui il magister Roffredo Epifano, celebre Giurista proveniente dall'Università di Bologna, venne ad Arezzo per insegnarvi.
Il ruolo che il Pionta ebbe è peraltro documentato anche dalle numerose visite di grandi personaggi che, per oltre un millennio, si susseguirono in questo luogo, tra gli altri: i due papi che vi morirono (Vittore II nel 1057 e Gregorio X nel 1210, le cui spoglie riposano nell'attuale cattedrale), Pipino il Breve nel 756 e il figlio Carlo Magno nell'800 e 801, Lotario I nell'836, Ugo di Provenza con il figlio Lotario nel 936 e 939, Ottone I nel 970, Ottone II nel 981, Ottone III nel 996. L’apice dello sviluppo si ebbe nell’XI secolo.
Tuttavia, mentre la città medievale cresceva dentro le mura, il Pionta andava incontro al declino. Infatti se oggi il Pionta risulta inserito del tutto nel tessuto cittadino, fino all’inizio del secolo scorso ha guardato la città da sud; con un discreto distacco; a maggior ragione fintanto che Arezzo è rimasto arroccato tra il colle di San Pietro e quello di San Donato o ne ha disceso le pendici o poco più. Si comprende pertanto perché già all’inizio del XIII° sec la cittadinanza pretese che vescovo e tutto il clero rientrassero in città; segnando l’abbandono progressivo del Duomo Vecchio sul Pionta. Senza la presenza stabile del clero, l’area divenne isolata: il Colle del Pionta, meta di venerazione e pellegrinaggio per tutto l'occidente cristiano, con il passare del tempo, venne abbandonato, subendo saccheggi e divenendo ricovero di fuorilegge e sbandati. L'ultimo episodio, a determinare il definitivo declino del sito, avvenne in conseguenza della decisione di Piero Strozzi, nemico del granduca Cosimo I, di accamparvisi con le sue truppe il 20 giugno 1554. Tale scelta indusse il granduca alla demolizione dell'intero complesso il 20 ottobre 1561.
Accedendo oggi all’area del Pionta mediante la più antica strada, via del Duomo Vecchio, si giunge alla cittadella vescovile, al centro degli scavi. Nell’area è presente l’Oratorio di Santo Stefano, il sito archeologico della cattedrale e l’edificio, sede dell’ex Colonia agricola, poi dell’ex Ospedale Neuropsichiatrico, ed infine residenza protetta degli ex ricoverati. Il panorama che si ammira dal colle di Pionta è vasto e suggestivo: dalle pendici nord-orientali, dove si trovavano i monumenti principali, si gode una veduta di Arezzo e sui monti che circondano la conca aretina.
Dagli anni 70 ad occidente del colle ha avuto inizio la costruzione del nuovo ospedale aretino intitolato a San Donato, per questo gli ex edifici a nord, con funzioni sanitarie, sono stati convertiti e trasformati in locali universitari, ricomponendo così il filo conduttore con la storia dell’area dove nel XIII secolo nacque la prima Università di Arezzo.
Vedi anche i docum. di approfondimento:
La Cittadella del Pionta:
https://www.curiosandoarezzo.com/_files/ugd/e688a5_98213d829c984501bb09974322b9cef3.pdf
La nascita dell'Università:
https://www.curiosandoarezzo.com/_files/ugd/e688a5_e50f768a697f4b6cb70c7b521143add0.pdf