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a cura di Lions Club Arezzo Chimera

Il Ponte della Gioconda

a cura di Alessandro Perrella

Tornando a Firenze, dopo la caduta di Ludovico il Moro, nel 1502 Leonardo viene assunto da Cesare Borgia come consulente militare.

Arezzo, confortata dalle promesse di aiuto del duca Valentino, si ribella a Firenze per inseguire il suo sogno di libertà. Per questi motivi Cesare Borgia ha assoluta necessità di conoscere dettagliatamente il territorio. Leonardo gli mette a disposizione il suo genio realizzando una cartografia dove puntualizza la conoscenza orografica e geomorfologica del territorio, sottolineando i paesaggi naturali, i fiumi, i laghi e i ponti, tra cui sono citati e raffigurati per la loro struttura il “Ponte a Vagliano” e il “Ponte a Buriano”.

Leonardo, prima con un semplice segno simbolico e poi con estrema precisione, disegnerà nelle mappe la caratteristica del Ponte a Buriano, un ponte romanico dalla singolare struttura architettonica, leggermente arcuato a schiena d’asino e con sette arcate costruito nel 1277 per volontà del Comune di Arezzo.

Storicamente il Ponte a Buriano risulta uno degli esempi architettonici più importanti che il Medioevo ci abbia consegnato.

Nella descrizione Vasariana, la Gioconda viene resa un modello di perfezione irraggiungibile, mentre il paesaggio non viene mai considerato: Monna Lisa è raffigurata scontornata su un fondo bianco.

Sarà solo nel 1873 che il paesaggio della Gioconda, con Ponte a Buriano come protagonista, si caricherà di valori simbolici, suscitando fortissimi entusiasmi in Inghilterra. Il tutto dovuto all’affascinante bellezza degli accostamenti letterari e figurativi.

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