a cura di Lions Club Arezzo Chimera
L'Orologio Astronomico
a cura di Roberto Cecchi (sulla base di un elaborato di Flaminia Giurato)
Tra i più rari d’Europa e unico in Italia per le sue dimensioni e la tipologia, questo orologio è, oltre che una splendida opera di ingegneria meccanica, anche un documento storico di eccezionale valore. Consegnato nel 1552 dal maestro orologiaio Felice di Salvatore Vannucci da Fossato, l’orologio, dopo più di quattro secoli e un lungo intervento di restauro, mantiene ancora la perfetta funzionalità dei suoi complessi meccanismi azionati da pesi e corde
Arezzo, tra i suoi tanti tesori, custodisce un raro esempio europeo di orologio astronomico del Cinquecento ancora in funzione e l’unico in Italia per dimensioni e meccanismi. Si tratta dell’orologio astronomico che venne aggiunto al già bel palazzo della Fraternita dei Laici, edificio simbolo di Piazza Grande. Con tutta probabilità si tratta dell’ultimo al mondo (o uno degli ultimi) ancora a carica manuale. Venne costruito nel 1552 dal mastro orologiaio Felice di Salvatore da Fossato, e si trova nella vela campanaria del palazzo: leggenda vuole che il suo creatore sia stato accecato o addirittura assassinato dai committenti ad opera compiuta per non farla riprodurre altrove. La verità è che dopo il lavoro egli tornò nella sua Fossato di Vico in perfetta salute e con un bel gruzzolo: ben 55 scudi d’oro. All'interno dell'archivio di Fraternita sono custoditi ancora oggi i documenti che narrano l'avvio della grande opera. In un manoscritto del 1550 il Magistrato annunciava di aver incaricato Giorgio Vasari per realizzare la vela e Felice di Salvatore Vannucci, maestro fabbro orologiaio di Fossato da Vico e ultimo di una fiorente bottega di fabbri e orologiai perugina, per il meccanismo. I lavori si conclusero due anni dopo. Nel documento si precisa la qualità anche delle campane, la loro funzione e la posizione. Fin dal subito venne anche stabilito che a occuparsi dell'orologio fosse scelto un temperatore, esperto nominato dalla Fraternita che avrebbe ricaricato lo strumento e vegliato su di esso. Oggi questo incarico, fatta eccezione per la ricarica giornaliera che è affidata a personale della Fraternita, è ricoperto dal professor Fausto Casi: Direttore scientifico e fondatore del Mumec, è lui l'uomo a cui è affidata la cura di questo manufatto dal valore inestimabile.
Sorprendente è proprio il fatto che l’orologio mantenga le sue funzioni specifiche dopo secoli e faccia sentire ancora i suoi rintocchi. È azionato da una ricarica manuale giornaliera che mantiene il moto perpetuo grazie all’azione di corde lunghe e contrappesi, a cui sono legati dei massi, che muove un'unica lancetta che indica le ore e le mezze, e attiva i tiranti legati alle campane per l'annuncio pubblico del tempo che scorre. Il meccanismo muove anche Sole e Luna che ruotano attorno alla Terra, fissa nel centro secondo la visione tolemaica. E la Luna, una sfera nera e oro, gira anche su se stessa per indicare al popolo quando raccogliere o seminare a seconda delle sue fasi. A regolare le precisione dell’indicazione dell’ora c’è anche una meridiana utilizzabile a mezzogiorno ogni giorno dell’anno, anche se ha perso la sua funzione originale con l'aggiunta del pendolo. L’orologio deve essere ricaricato giornalmente con un’apposita manovella che riavvolge le funi con i contrappesi, generando cosi il movimento della macchina.
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