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a cura di Lions Club Arezzo Chimera

Buccheri e vasi Corallini: ceramica aretina famosa nel mondo

a cura di Roberto Cecchi

Per molti secoli, nell’ambito del Mediterraneo, gran parte dell’umanità ha utilizzato, nella vita quotidiana, vasellame a vernice nera. A partire dal VI Sec. a.C., soprattutto Atene esportò in abbondanza vasellame nero destinato a contenere, a mangiare, a bere; vasellame prodotto in quantità immense anche da innumerevoli botteghe disseminate dal Mar Nero all’Atlantico, dall’Italia all’Africa settentrionale. Ma poco prima dell’era cristiana il regno del vasellame nero, fino ad allora incontrastato, fece posto ad una moda nuova, che pervase questo immenso territorio, il regno della ceramica rossa che, partendo da Arezzo, da allora avrebbe predominato per sette secoli: la ceramica sigillata aretina, che pure durò solo un paio di secoli, dette il via ed è considerata l’esempio più compiuto di questa nuova tendenza.

Ma questa novità non è sorta dal nulla e prima del trionfo del rosso, Arezzo aveva cominciato con le sue ceramiche nere a modificare gli usi in fatto di vasellame da tavola.

Terracotta kantharos (vase), 7th century B.C.E., Etruscan, terracotta, 18.39 cm high (The Metropolitan Museum of Art)

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