top of page
a cura di Lions Club Arezzo Chimera

Museo Nazionale di Arte
Medievale e Moderna

a cura di Roberto Cecchi

Custode silenzioso della storia, testimone al massimo grado la storia culturale e lo sviluppo artistico di Arezzo. 

 Il Museo d’Arte medievale e moderna di Arezzo è una tappa obbligatoria per gli appassionati; tra i più interessanti della Toscana per ricchezza e varietà di opere che, rispecchiando l'unione di più  raccolte e collezioni d'arte di diversa formazione e provenienza,

Museo Arte Medievale e Moderna.jpg

L’istituzione è posta nel cuore della città, nel pieno centro storico di Arezzo, ed è una perla preziosa di cultura e conoscenza. Facile da raggiungere a piedi, a due passi da Porta San Lorentino (anticamente Porta del Foro), al numero 8 dell’omonima strada, si trova Palazzo Bruni Ciocchi, uno degli edifici rinascimentali più importanti della città su precedenti insediamenti trecenteschi della famiglia ghibellina degli Accolti. Il nome deriva dalle due note famiglie che per prime ne furono proprietarie. Quella Bruni a cui apparteneva Leonardo, Cancelliere della Repubblica Fiorentina, il cui figlio, Donato, fece appunto costruire il palazzo attorno alla metà del Quattrocento, pare su progetto dell’architetto Bernardo Rossellino. La seconda famiglia a cui appartenne il palazzo fu quella Ciocchi dal Monte, proveniente da Monte San Savino; il palazzo fu probabile sede cittadina del cardinale Giovan Maria Dal Monte, poi Papa Giulio III.
Nel XVII secolo la proprietà del palazzo passo ai Conti Barbolani di Monteauto, nobile famiglia originaria della Valtiberina il cui castello, si trovava, e si trova, non lontano dal Passo della Libbia. Famiglia nota anche per l’amicizia che ebbe con San Francesco. Il saio del "Poverello d’Assisi", oggi esposto nella Basilica della Verna, testimone delle Stimmate del Santo nel settembre del 1224, rimase per quasi tre secoli nel loro castello. I Barbolani misero mano a una profonda ristrutturazione del palazzo aretino facendo costruire la grande scala monumentale e il salone dove oggi è esposto "Il convito per le nozze di Ester e Assuero" un’opera su tavola di Giorgio Vasari nota quanto grande, m. 2,89 x 7,45.
Il Palazzo, oggi più noto ad Arezzo come "Palazzo della Dogana" perché dal 1816 il Granducato di Toscana vi collocò gli uffici della dogana, e dal 1972, dato il suo prestigio, è stato dichiarato Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna.

Si sviluppa su tre piani intorno ad un elegante cortile porticato. Un’ampia scalinata conduce al primo piano, dov’è possibile ammirare le collezioni, i grandi saloni e,  sull’esterno, il giardino pensile di ispirazione rinascimentale.

Il museo si articola in venti sale secondo un percorso cronologico che dall’alto Medioevo giunge fino all’Ottocento e custodisce opere d’arte raccolte nel corso dei secoli, provenienti dalla Pinacoteca comunale, dalle collezioni della Fraternita dei Laici – istituzione cittadina sorta nel 1262 – che comprendevano le raccolte Bacci, Rossi e Subiano,, da chiese e monasteri cittadini soppressi nell’Ottocento, e dalle collezioni private di illustri famiglie e personaggi aretini, come i Fossombroni, i Funghini  e i Bartolini. A tali nuclei collezionistici vennero ad aggiungersi, oltre a quelle provenienti dal territorio,  opere dai depositi dalle Gallerie fiorentine.  Nel 1964 il percorso museale si arricchisce della Collezione Salmi, per volere dell'illustre storico dell'arte aretino, a cui fa seguito nel 2010 una nuova donazione voluta dalla figlia.
Tra le opere più significative, ricordiamo sculture di epoca medievale come San Michele Arcangelo e le statue raffiguranti la Madonna col Bambino, anticamente poste a protezione delle porte di accesso alla città. Importanti i dipinti del XIII secolo, tra cui le tavole fondo oro di Margarito d’Arezzo, primo significativo artista aretino, oltre a collezioni di avori, placchette, bronzetti e oreficerie che documentano le antiche radici della tradizione orafa aretina, e il prezioso scapolare di Papa Beato Gregorio X.
Ampia è inoltre la documentazione dei dipinti dal Trecento all’Ottocento, come gli affreschi di Spinello Aretino e Parri di Spinello, le tavole e le tele di Pietro Lorenzetti, Luca Signorelli, Giorgio Vasari, Salvator Rosa, Carlo Dolci, Andrea Pozzo, Viviano Codazzi, Pietro Benvenuti, Raimondo Zaballi, Amos Cassioli e piccoli dipinti macchiaioli di Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Luigi Gioli e Adriano Cecioni.
Vi è infine esposta una tra le più ricche ed importanti raccolte di maioliche rinascimentali d’Italia, completata da una grande pala in terracotta invetriata di Andrea della Robbia.
Tra le sculture anche un busto-ritratto di Vittorio Fossombroni, opera di Lorenzo Bartolini.

La direzione e il cortile ospitano alcuni preziosi oggetti lapidei: frammenti architettonici provenienti dagli edifici religiosi della città, tra cui la Pieve, ma anche da strutture civili. Meritano attenzione una protome leonina e due protomi equine che furono rinvenute negli anni Trenta, durante lavori di restauro all’acquedotto di Arezzo. Tale acquedotto, costruito alla fine del Cinquecento per volontà di Ferdinando de’ Medici, è tradizionalmente connesso a un progetto di Vasari.

L’acqua, che nasceva nella zona dell’alpe di Poti, sgorgava all’aperto alla Godiola; lì entrava nel sistema di archi ancora esistente, per arrivare in Piazza Grande. In origine questi manufatti facevano parte di un sistema di serbatoi comunicanti: l’acqua di una grande conserva, fuoriuscita dalle fauci dei cavalli doveva confluire in un’ulteriore vasca, il deflusso dalla quale era regolato dalla testa leonina.

L’elemento saliente di queste sculture, spiccatamente manieriste, è la derivazione classica. Gli stessi caratteri sono riscontrabili in una protome di proporzioni minori, montata nella fontana del cortile del Museo e proveniente dalla zona del Praticino. Salendo lo scalone monumentale si incontra la grande tela del Girelli (1696) con la veduta dell’acquedotto.

MUSEO STATALE

www.polomusealetoscana.beniculturali.it

Biglietto Intero / € 6,00, Ridotto / € 2,00, Gratuito

 

BIGLIETTERIA
Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, Via San Lorentino, 8

AGEVOLAZIONI, RIDUZIONI E GRUPPI

bottom of page