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a cura di Lions Club Arezzo Chimera

Miti, Leggende, Favole, Novelle...

con spunti da "Zibaldone Aretino" di Giorgio Feri

e da "L'Ortica", amarcod di Arezzo'

nonché da tanti altri siti internet

Ogni territorio è ricco di storie, più o meno vere, mitizzate, o nate appositamente per divertire. Arezzo non è da meno. In questa pagina i link verso alcune di tali storie

Paragonabile ad altre figure mitologiche sparse nel mondo, è il protagonista di leggende in tutta l’Italia: sia nei nostri Appennini, che nell’arco alpino, sono stati ritrovati anche dei disegni che lo raffigurano. Come nella Val Gerola, dove nel 1464 fu dipinto da ‘Simon et Battestinus‘ un uomo selvatico, ricoperto da pelo folto e bruno. 

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Ogni castello che si rispetti ha una leggenda legata ad un fantasma: nel castello di Poppi si aggirebbe ancora lo spettro di Matelda, la vedova nera dei Conti Guidi.

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Una storia probabilmente vera, seppu poi mitizzata

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Ad Ippolita degli Azzi il popolo Aretino anelante di riscossa dopo la sconfitta di Campaldino e desideroso di aggrapparsi ad un simbolo che lo riscattasse dalla sconfitta, attribuì ben presto gesta leggendarie

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Se la Scozia ha il mostro di Loch Ness, il Casentino può vantare una leggenda altrettanto affascinante. C'è chi racconta di aver visto un essere verde (o grigio), squamoso, con quattro piccole zampe, un corpo lungo all'incirca un metro che ricorderebbe quello di un serpente ma tozzo come 'un bambino in fasce'. i casentinesi lo chiamano 'Badalischio'

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Novella 4° della Giornata VII° del Decameron, di Giovanni Boccaccio

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Gran parte dei territori rurali del nostro Paese ha almeno un brigante di riferimento, la cui figura sfocia nel mito e nella leggenda: protagonisti di racconti e storie popolari, tra fantasia e realtà. Ecco Gnicche, rinomato ad Arezzo e nella Valdichiana, vissuto nel XIX sec, 

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Quello che rimane di lui è la figura leggendaria di brigante inafferrabile e imbattibile, ma giusto e valoroso, celebrato anche dai grandi della letteratura Dante e Boccaccio

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Questa non è una leggenda, ma una di quelle storie che riguardano personaggi singolari, che esistono o sono esistiti in ogni città.

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Negli anni sessanta, uno strano personaggio accompagnava i nostri interminabili pomeriggi: La Sputaci, al secolo Angiolina Cipollini

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Sarto, cantastorie, ubriacone, dormiva nel forno ed apostrofava: "sciaburdito!", in epoca di seconda guerra

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fruttivendola ambulante, a cavallo della seconda guerra vendeva i 'capirotti'

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fruttivendola degli anni sessanta del novecento, ai Bastioni di Santo Spirito

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Quando il Bar Gallini, fu venduto, ci si accorse che il Conte era accatastato con l’immobile!..
 

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suonava alle sagre familiari, facendosi pagare a pasti e vino

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il carretto senza ruote delle noste campagne

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il 'Cine', troppo piccolo per chiamarlo 'Cinema'!

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Mai sobrio, perennemente arrabbiato con 'i grattigiani'

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maschera, parcheggiatore, commesso di lavanderia...

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Sempre pronto a bersi tutte le fandonie che gli venivano raccontate

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